La trasformazione digitale nelle imprese italiane

AVATAR, Alto Vicentino Alleanza per le Azioni in Rete, vi presenta un nuovo articolo scritto da una delle partecipanti di Cittadini Giornalisti Digitali.

Il termine rivoluzione digitale indica l’evoluzione della tecnologia, entra sempre di più nella quotidianità e nell’ambiente lavorativo dei cittadini, a tal punto da non poterne più fare a meno. Il primo passo di questa rivoluzione è stato la creazione del World Wide Web negli anni 90 per poi passare a dispositivi e programmi sempre più avanzati e onnipresenti come computer fissi e portatili, l’avvento dei telefonini e ora smartphone e dispositivi indossabili. Anche le aziende sono pronte a sfruttare sempre di più il potenziale del digitale nei loro sistemi.

Secondo l’indagine DESI del 2019: “Ci sono stati alcuni progressi nell’uso di servizi cloud ed e-commerce, tuttavia le imprese italiane non riescono ancora a sfruttare appieno le opportunità offerte dal commercio online. Solo il 10% delle PMI vende online (ben al di sotto della media UE, pari al 17 %), solo il 6% effettua vendite transfrontaliere e solo l’8% circa dei loro ricavi proviene da vendite online. Oltre il 37% delle imprese condivide informazioni per via elettronica all’interno dei propri dipartimenti aziendali (percentuale al di sopra della media UE pari al 34%)”.

Secondo lo studio PMI Digital Lab, il motivo principale che spinge la digitalizzazione delle piccole e medie imprese italiane è prima di tutto l’efficacia produttiva (49%), seguito dall’accesso ai dati (43,3%), poi l’adeguamento al GDPR, Regolamento generale sulla protezione dei dati (38,5%) e l’innovazione del prodotto o servizio (35,5%). Infatti, il 60% delle aziende in esame con più di 5 dipendenti utilizza la digitalizzazione nei processi interni, mentre il 52% delle imprese con meno di 4 dipendenti la usa nell’assistenza clienti.

Questi dati vengono confermati anche da altre statistiche svolte secondo le quali le PMI italiane riscontrano un forte bisogno di avanzamento tecnologico nell’organizzazione interna (42,5%) e nel marketing (40,2%). Solo il 63% delle aziende osservate ritiene di essere abbastanza o molto digitalizzata e quasi tutte ritengono la digitalizzazione fondamentale. Il 55,9% intende investire in dispositivi quali smartphone, tablet e oggetti indossabili, il 37% in cloud, il 30% in gestionali e 22,2% in e-commerce.

L’83% delle aziende osservate ritiene che il personale competente sia abbastanza o molto importante, percentuale che supera il 42% nelle aziende con più di 20 impiegati e sfiora il 19% nei casi fino a 19 impiegati. Altro dato rilevante è che solo il 50% degli imprenditori a capo di queste aziende ritiene di avere le capacità necessarie per affrontare la digitalizzazione.

Il mercato italiano non è digitalizzato come quello europeo e le aziende riflettono questa tendenza, ma ci sono margini di miglioramento e le aziende che sono più avanzate tecnologicamente avranno di certo un vantaggio competitivo.

Elena Scalabrin, CGD